Gli integratori per abbassare il colesterolo funzionano?
Da tenere a mente
Le ultime ricerche ci dicono che alcuni tipi di integratori, utilizzati in combinazione, possono candidarsi come potenziali migliorativi della colesterolemia e del danno vascolare.
Dobbiamo tenere presente che il successo di un trattamento non dipende esclusivamente dalla scelta corretta della sostanza da utilizzare ma anche dalla corretta formulazione, dobbiamo cioè stare attenti ai requisiti minimi in termini di qualità (dosi sottodosate o con principi attivi con scarsa disponibilità all’interno dell’organismo o con contaminanti): per questo motivo affidarsi al medico o al farmacista per la scelta del prodotto giusto può fare davvero la differenza.
Come agiscono gli integratori per abbassare il colesterolo?
Esistono diversi meccanismi di azione.
Alcuni influiscono sull’assorbimento intestinale del colesterolo proveniente dall’alimentazione, riducendone l’assorbimento: con questa azione troviamo le fibre e gli steroli vegetali (fitosteroli).
Dove si trovano?
- Le fibre sono quelle sostanze che resistono alla digestione dei cibi e all’assimilazione, sono contenute essenzialmente in verdura, frutta, legumi, cereali integrali e prodotti derivati da farine integrali; per il colesterolo un’efficacia specifica a tal riguardo è posseduta dal beta-glucano, una fibra presente nell’orzo e nell’avena, e dal chitosano, pectine, glucomannano e psillio. Il quantitativo ideale totale di fibre per una persona adulta è di 30g/die (indicativamente le classiche 5 porzioni di verdura/frutta + 2 porzioni di cereali integrali).
- Gli steroli vegetali (fitosteroli) sono composti molto simili al colesterolo ma di origine vegetale presenti principalmente negli oli vegetali (es. olio germe di grano, olio oliva extra-vergine, olio di semi di soia, olio di noci) e frutta secca e in quantità minori in frutta fresca e verdura; grazie alla struttura simile a quella del colesterolo competono con quest’ultimo per l’assorbimento.
Altri integratori agiscono alla fonte inibendo la sintesi di colesterolo, che nell’uomo avviene per la maggior parte (80-90%) nel fegato, come per esempio il riso rosso fermentato titolato in monacolina K.
Altri ancora facilitano l’escrezione fisiologica del colesterolo come i colagogo-coleretici naturali, tipo il carciofo, oppure la berberina (estratto della radice della pianta Berberis, orientale).
Infine anche determinati ceppi di fermenti lattici, specie i lattobacilli, hanno effetto su colesterolemia LDL e altri parametri di rischio cardiometabolico quali resistenza all’insulina. Il Lactobacillum plantarum ad esempio si caratterizza per una capacità di trattenere sulla sua superficie il colesterolo che transita nell’intestino e di scinderlo in molecole più piccole, interrompendone quindi l’assorbimento da parte delle mucose intestinali; questo lo rende particolarmente interessante per l’utilizzo insieme al riso rosso fermentato.
Tutto bene? Vediamo un po'..
- Pochi integratori sono in grado, da soli, di ridurre la colesterolemia LDL (“colesterolo cattivo”) in modo significativo: si può parlare indicativamente di una riduzione del 10-15% in media.
- L’origine “naturale” dei principi attivi non è in alcun modo garanzia di una loro “non pericolosità” e dell’assenza di interazioni dannose.
- Tutti questi attivi hanno un’azione reversibile sulla colesterolemia, che si esaurisce dopo pochi giorni dalla sospensione del trattamento.
- Un uso irregolare o episodico o limitato nel tempo di questi attivi potrebbe indurre oscillazioni della colesterolemia potenzialmente pericolose.
Perciò….attenzione al fai da te!